cercando di vaccinarsi

-Ritorna, spero degnamente, la serie delle “ricerche”-

La mia insofferenza per i populisti à la Grillo o Berlusconi è ormai arcinota, né faccio alcuno sforzo per nasconderla.

Il parallelo tracciato da bortocal in un suo post fra Grillo e Marie Le Pen in Francia (sulla scia di quelli che già tanti, fra i quali io stesso in piccolo, hanno tracciato fra Berlusconi e Grillo) mi spinge comunque ad un’ulteriore riflessione. Come prevenire i populismi?

Ricordate la celebre affermazione di Montanelli su Berlusconi, per guarire dal quale era necessario un “vaccino”? Diceva il giornalista: “Berlusconi è una di quelle malattie che si curano con il vaccino. E per guarire da Berlusconi ci vuole una bella dose di vaccino Berlusconi. Bisogna vederlo al potere“. O anche: “Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L’immunità che si ottiene col vaccino“. Orbene, quasi vent’anni dopo la prima dose di vaccino e svariati -regolarissimi!- richiami, le ultime elezioni politiche ci hanno dimostrato che questo vaccino ha fatto di tutto, tranne funzionare ed immunizzarci.
Se un uomo può passare in appena 18 mesi dall’essere la rovina di uno Stato a raccogliere circa un terzo dei voti validi, evidentemente nessuna profilassi è stata efficace.

Se dopo un’abbondantissima dose ventennale di populismo in salsa berlusconiana, ancora se ne può presentare uno nuovo di stampo grillino, è evidente che gli italiani ancora non hanno capito l’essenza di questi movimenti politici, che è quella di assecondare i nostri più bassi istinti in nome di una comunanza di spirito e di una comodità nel tacitare le coscienze.

Un tempo avrei creduto che anche una collettività poteva imparare dai propri errori. Oggi non più. Per Hannah Arendt “chi non conosce la storia è condannato a ripeterla“. Allora, o Arendt si sbagliava (cosa di cui dubito), o la storia d’Italia degli ultimi vent’anni è sconosciuta a coloro stessi che l’hanno vissuta,

Questa voce è stata pubblicata da redpoz.

15 thoughts on “cercando di vaccinarsi

  1. Gli italiani sono un popolo ignorante (il più ignorante d’Europa a quanto dice un recentissimo studio che ben conosci), ed è questo un dato che sicuramente ha contribuito al prosperare di una diffusa difficoltà nel valutare con spirito critico le proposte politiche. Si tende a dare il proprio consenso sulla scorta dell’emotività più che di un’analisi ragionata. E’ il brodo di coltura che ha permesso a berlusconi di guidare il Paese per così tanto tempo e a forze come la Lega ed il M5S di attecchire presso larghe fette dell’elettorato.

  2. @Red, secondo me la questione è un pò più complicata, peraltro ne parlo per certi versi anche da me… Il fatto è che in Italia, progressivamente si è confuso ‘populismo’ e ‘popolare’. Il dovere ultimo dei politici in fondo è rispondere alle esigenze del popolo che governano; ebbene, mai come negli ultimi anni in Italia, queste esigenze sono state abbondantemente ignorate, in forza di ‘interessi superiori’, i cui benefici per la cittadinanza sono peraltro tutti da dimostrare… L’accusa di ‘populismo’ in Italia è diventata spesso e volentieri il pretesto per non entrare mai nel merito delle questioni e conservare lo status quo… Il MoVimento Cinque Stelle è solo l’ultima vittima: oltre a Berlusconi, peraltro, a fare le spese di questo atteggiamento è stata spesso e volentieri anche la sinistra radicale. L’errore secondo me è stato proprio derubricare Berlusconi, la sinistra radicale, Grillo come populismo, senza mai entrare nel merito o proporre modelli alternativi. A ben vedere l’unica alternativa proposta è stata la ‘responsabilità’ il ‘bisogna soffrire’, la politica dei sacrifici e della tassazione esasperata… il ‘faticate, faticate, che poi i risultati arrivano’ (di questi risultati, manco l’ombra). Non mi pare che sia poi così strano che gli italiani votino per chi gli promette di stare meglio, piuttosto che chi gli dice che le cose resteranno così, poi forse chissà, magari migliorano. Non è un problema di populismo, è un problema di capire quali sono i problemi delle persone e prospettare soluzioni. Se queste soluzioni non arrivano, si cambia voto, è la democrazia. Berlusconi e Grillo hanno successo non perché gli italiani siano scemi, ma perché quando gli altri hanno avuto la loro occasione si sono mostrati incapaci, permettendo a Berlusconi di sopravvivere e al MoVimento Cinque Stelle di esplodere. In fondo, è la democrazia. Scusa la lunghezza.

    • Oltranzismo, infantilismo, estremismo, magari velleitarismo…non mi risulta che la sinistra radicale sia mai stata tacciata di populismo proprio perché la stessa matrice marxista leninista (o anarchica) allontanava il rischio di tradurre in “politica” il peggior senso comune.Non confondiamo.La sinistra radicale in epoche passate è stata titolare di visioni esatte, mettendo a tema le dismissioni e la trasformazione del mondo del lavoro quando ancora le medesime non erano uscite sui giornali.Non ci si può rivolgere al popolo come se fosse una cosa sola.Sta lì la differenza.

      • Ehm… Sed… non vorrei dire niente, ma quando il sig. Bertinotti fece cadere il Governo Prodi sulle 35 ore, vennero giù accuse di demagogia e populismo come se piovesse… lo stesso dicasi ogni volta che negli ultimi 15 – 20 anni, dai partiti della sinistra radicale sono venute proposte per colpire certi privilegi a favore dei lavoratori e dei meno abbienti: la sinistra radicale è stata accusata di populismo, eccome… anche se le visioni erano ‘esatte’, e il problema è proprio questo: se qualcuno porta visioni ‘esatte’, pur di non entrare nel merito lo si accusa di populismo…

        • Doppio ehm..e da quando in qua Bertinotti è un esponente di ” sinistra radicale”?
          E quando mai è stato titolare di una visione “esatta”?
          Rifondazione è stata, è, sarà sinistra radicale? Suvvia.
          Stai parlando comunque di forze riformiste.
          Veniamo probabilmente da esperienze differenti e comunque per quanto possa ricordare Bertinotti fu tacciato di massimalismo e di molte altre cose brutte, non di populismo ( visto il successone che ebbe la sua mossa appunto tra il “popolo” sarebbe stato .improprio)
          Se mi passi dei riferimenti più precisi in merito magari mi ricredo.
          Capisco che tu voglia dare una seppur vaga coloritura “di sinistra” al movimento cui aderisci ma credimi…non è solo per l’atteggiamento populista che lo si colloca a destra,basti pensare a cosa pensano Grillo e Casaleggio dei sindacati, a come intendono affrontare il problema delle carceri e della giustizia, a come trattano il problema dell’immigrazione.Io non vedo in tutto ciò né cultura di sinistra, né proposte condivisibili tout court.
          Grillo e Casaleggio assomigliano sempre più a Marine e a Jean Marie Le Pen anche se con una campagna ambigua e cavalcando qualche idea di cambiamento hanno catturato consensi dalla sinistra scontenta, subito rientrati, mi sembra.

          • Per dirne solo tre: su ambiente e grandi opere il MoVimento dice cose di sinistra e la proposta del reddito cittadinanza di destra di certo non è, visto che la destra ha sempre rifiutato proposte del genere bollandole come ‘roba per gente che non ha voglia di lavorare. Io ricordo quello ricordo, forse sbaglio, ma della ‘nobile storia della sinistra’ che ha contribuito allegramente a portarci dove siamo adesso, francamente me ne sbatto. Non posso fare altro che notare comunque, che quando si parla del MoVimento con persone che votano a sinistra, si sfocia sempre in discussioni fiume senza una conclusione… anzi la conclusione è sempre la stessa: Grillo è un fascista ed è il male assoluto; il che non mi meraviglia, perché quello di bollare come ‘fascisti’ tutti quelli che non la pensano come loro è un vizio storico della sinistra, la classica accusa da centro sociale di serie z buttata lì per evitare di entrare nel merito. Passo e chiudo. Definitivamente.

          • Non vedo l’utilità di entrare nel merito delle accuse, ma su quello dei programmi sì.
            E’ forse “di sinistra” l’abolizione dei sindacati? No.
            E’ di sinistra il vincolo di mandato? No.
            E’ di sinistra mantenere una legge anti-immigrati inutile e dannosa? No.

            Infine, è populista far tutto ciò solo per dichiarati scopi elettorali (basti vedere la dichiarazione sui risultati “da prefisso telefonico”)? Sì.

          • Ti posso dare ragione sui primi tre punti, ma allora è il caso di riflettere sul fatto che le categorie destra – sinistra non siano molto applicabili al MoVimento. Sull’ultimo punto, è questione spinosa, perché i cosiddetti ‘scopi elettorali’ caratterizzano qualunque formazione politica. Chiunque si presenta alle elezioni lo fa per ‘scopi elettorali’ ossia per ottenere più voti possibile; se vogliamo parlare di ‘buona fede’, non siamo nella testa di nessuno e quindi Grillo, Renzi, Alfano, Letta, Vendola, Cuperlo e Civati pari sono. Tutto poi si misura sui risultati realmente conseguiti: Berlusconi ha fallito nel mantenere la promessa della ‘rivoluzione liberale’, il centrosinistra nelle sue varie articolazioni ha fatto ben poco, forse per incapacità congenita, ma per non essere riuscito a ‘strutturarsi’ in maniera efficace. Sul MoVimento Cinque Stelle ancora la questione è aperta: se ne potrà parlare serenamente tra tre, cinque, dieci anni (sempre che ci arrivi), o volendo, quando i primi amministratori locali (a partire da Pizzarotti) si ripresenteranno alle urne chiedendo ai cittadini se il loro operato sia stato o meno gradito.

          • Scusa se questa mia risposta si è fatta tanto attendere…
            (per inciso, leggerò con interesse a breve il tuo post sul tema).

            Comunque, sulla “non applicabilità” delle categorie destra/sinistra a M5S: per me è una sonora cazzata. Tutti i movimenti politici si organizzano, in modo diverso su questo asse. Se vuoi, possiamo discutere su come si caratterizzi questo asse -tema molto più interessante.
            Chi lo nega è soltanto un’altra forma di populismo (quindi, per me, di destra) mascherato.
            E, se ben ricordo, l’ultimo ad affermarlo con convinzione fu proprio il fascimo…

            Sui fini elettorali, c’è una bella differenza fra il considerare i seggi parlamentari un fine od un mezzo. Secondo me, già il fatto di “puntare al 100%” è una chiara indicazione nel primo senso.
            Inoltre, se i seggi sono un mezzo per fare qualcosa, uno deve essere prima onesto su COSA vuole fare, non camuffare le proprie intenzioni per avere risultati maggiori.

            Da ultimo, e lo so che sono uno stronzo, non posso fare a meno di farti notare che Pizzarotti ha clamorosamente tradito la promessa fatta con l’inceneritore. Mentre il sindaco PD di Modena l’ha spento….

  3. citato dopo animata discussione con te sulla necessità di trovare rimedi al populismo, credo di avere il dovere di abbozzare almeno una possibile risposta.

    dal populismo di destra non ci si deve affatto “vaccinare”, come scritto fin dal titolo di questo post: a meno che il proprio scopo, più o meno dichiarato, sia soltanto quello di salvare la propria immagine dalla degenerazione.

    il populismo di destra va invece combattuto e sul suo terreno.

    e come? con un populismo eguale e contrario, un populismo di sinistra, che poi potremmo anche permetterci di definire spirito popolare, se il concetto stesso di popolo potesse esistere ancora.

    le caratteristiche del populismo sono l’estrema semplificazione della realtà e la individuazione di un nemico molto concreto; anzi nell’ordine il secondo elemento viene per primo.

    Berlusconi ha individuato come nemici “i comunisti”, cioè quelli che vogliono portare via al suo popolo i beni; il suo è un modo semplice dove gli invidiosi tramano per aggredire i buoni e impoverirli.

    occorrono parole d’ordine altrettanto semplici e dei nemici altrettanto chiari; la differenza però deve stare nel fatto che la semplificazione deve comunque avere una base scientifica e obiettiva.

    altrimenti si sostituisce un populismo sbagliato con un altro, altrettanto sbagliato: l’esempio è il populismo di Grillo, che sostituisce ai comunisti i “politici”: altro nemico chiaro, che impoverisce il popolo e trama alle sue spalle, ma in realtà è un falso nemico e un nemico solo secondario.

    altri populismi di destra ci agitano davanti, senza specificare meglio, l’Europa o i tedeschi; sono già più sofisticati, oltre che estremamente sbagliati lo stesso.

    io suggerisco che i nemici del popolo siano i super-ricchi e i grandi della finanza: ho qualche argomento solido per pensarlo; credo che il populismo di destra si combatte indicando, sia pure in forma semplificata, i nemici del popolo veri.

    in questo caso l’agitazione contro Berlusconi va fatta non agitando le sue malefatte politiche e personali che lascaino indifferenti chi non crede di riceverne danno, ma le prove del suo mostruoso arricchimento alle spalle degli italiani.

  4. @ Crim non mi sembra di meritare il trattamento cui mi destini : non ho detto che Grillo è fascista né che è il male assoluto, non vengo dai centri sociali – non so nemmeno cosa siano – e normalmente circostanzio i miei argomenti.
    Quanto agli argomenti da te citati … l’ambiente è stato messa a tema dal 17esimo congresso del PCI dove, guarda caso,il reddito di cittadinanza fu uno degli argomenti portati avanti dalla FGCI di Cuperlo.
    Anno di grazia 1986.
    Ora puoi pure passare e chiudere alla terza botta e risposta. E’ sufficiente che tu ti renda conto chi è il “non” dialogante.

  5. @crimson

    Crimson, quando nel 94 berlusconi salì al potere in molti dissero lasciamolo lavorare, solo col tempo si potrà giudicare il suo operato. Ma ciò che già allora era evidente ed incontestabile per lui, lo è oggi anche per Grillo. Con le dovute differenze si tratta di due forze che fanno del leaderismo e del populismo il loro marchio distintivo. Basti ricordare che entrambi (berlusconi nei primi anni 90 e oggi Grillo) si sono presentati come una realtà nuova ed assolutamente differente rispetto le forze politiche precedenti. berlusconi in contrapposizione con la classe politica che faceva riferimento a Tangentopoli, Grillo con la cosidetta casta.

  6. Mi permetto una piccola rettifica: la citazione ” “chi non conosce la storia è condannato a ripeterla“ [se è la corrispondente di ““The one who does not remember History is bound to live through it again”, quale la si legge nella placca all’ingresso di Auschwitz] è di George Santayana, non di Hanna Arendt.
    Ciò non toglie verità all’amara considerazione finale, che però – a voler essere equanimi – può essere generalizzata al resto del mondo.

    • Ti ringrazio Mauro, in effetti io l’ho sempre sentita attribuita alla Arendt, ma ammetto di non aver mai verificato la fonte.

      Quanto all’esser equanimi: questo non è un blog equanime 😉

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