Venezia controcorrente

Stamattina leggo sui quotidiani nazionali della sfida per le primarie del Partito Democratico a Venezia; delle dichiarazioni di Massimo Cacciari a sostegno di Pellicani (e sempre contro Casson) e di un confronto (più personalistico che sulle idee) fra i candidati.

Una prima riflessione, su Cacciari: io massimo rispetto per l’ex sindaco (più intellettuale che politico, a voler essere sinceri), ma credo che chi ha amministrato Venezia per gli ultimi 15 anni e metà delle ultime amministrazioni, contribuendo inevitabilimente a portarla nello stato in cui è oggi, dovrebbe avere il buon senso (e il buon gusto) di astenersi dal commentare la campagna per le primarie.
Dovrebbe astenersi da dare endorsement.
Soprattutto, dovrebbe astenersene quando commenti e supporti sono -palesemente- dettati da antipatie personali, piuttosto che criteri politici.

In secondo luogo, trovo inconsistente l’argomento secondo il quale una vittoria di Casson alle primarie porterebbe ad una successiva sconfitta alle elezioni amministrative, perché l’ex pm sarebbe troppo… troppo “giustizialista”, troppo “rigido”, troppo estraneo ai centri di potere, troppo antipatico ad alcuni.
Come sempre, la campagna elettorale è questione di interpretazione della realtà, di comprensione dei problemi e degli andamenti profondi di una comunità e di storytelling, di narrazione ed immaginazione delle risposte.
Per questo trovo l’argomento contro Casson incosistente, perché parte da una lettura della società e di Venezia-Mestre profondamente errata: una lettura che non riconosce nel malgoverno (anche del PD) il problema maggiore delle ultime amministrazioni.
Invece, credo che lo shock di Orsoni, del sistema MOSE e della corruzione diffusa abbia colpito in profondita il sistema di potere vigente. Che era quello del Partito Democratico, non nascondiamocelo.
Credo, dunque, che Venezia-Mestre, città profondamente industriale e di sinistra, non avrà paura di un candidato come Casson: piuttosto, che Casson sia l’unica possibilità di dimostrare ai cittadini di Venezia la capacità di una classe politica di rinnovarsi, in profondità e con convinzione, eliminando dal suo interno le proprie componenti corrotte.

Insomma, se per il PD esiste una chance di vincere ancora a Venezia, di cambiare sé stesso e di cambiare la città, questa passa per la candidatura di Casson, non per la sua sconfitta alle primarie.

Forza, Felice!

Questo post è per lei.

Questa voce è stata pubblicata da redpoz.

6 thoughts on “Venezia controcorrente

  1. Red, sei un pericoloso detrattore della linea editoriale ASSOLUTAMENTE renziana. Casson non ha votato il Jobs Act, né la riforma costituzionale, ed in più è considerato vicino a Pippo…
    Dove andremo a finire, dico io, con tutti questi dissidenti in redazione… Ce vo’ pazzzzzzzienza…. E per di più, essere vicino a Civati neanche aumenta l’odiens… e noi, che dell’odiens abbiamo fatto una bandiera, non possiamo tollerarlo!!! Quasi quasi propongo una tua espulsione dalla redazione e un’inclusione di un anziano signore che sputerà anche veleno su tutti, ma almeno ha le idee chiare, CAZZO! LA VERITA’ SVELATA, indubitabile e soprattutto incontrovertibile. E che non si dica che è un dogma. Percaritàdiddio… La verità svelata non è un dogma. E’ un esercizio di libero arbitrio, che non esiste, come illustri scienziati hanno dimostrato. E quindi dogmaticamente, visto che ci sono degli scienziati che lo dicono, noi tutti in coro ripetiamo: “Il libero arbitrio non esiste!”

    • Cazz*, una parte di me ora pensa che avrei dovuto pubblicarlo su I Discutibili, solo per il gusto di smaronare la linea editorialie!

      Avrei anche potuto integrarla con quanto ho poi scritto in FB:
      “E’ inutile che continuiamo a bollare certe candidature come “civatiane”, che continuiamo a nasconderci dietro le correnti: ci sono candidature che, indipendentemente dalla storia della persona, offrono risposte a domande reali, competenze e soluzioni a problemi che altrimenti non siamo stati in grado di affrontare.
      E non importa nulla da dove vengono queste candidature.
      Marchiarle come di questa o quella corrente, additarle come esponenti del “villaggio dei galli” (piccoli, insignificanti e intransigenti) è solo un falso modo per sminuirle. Per cercare di occultare la realtà dei problemi dietro le correnti e le minoranze “talebane”. Per truffare i nostri elettori.
      Quella di Casson è una di queste candidature.
      Ma se crediamo che non si debba vivere di correnti, che la politica debba offrire le soluzioni migliori, smettiamola con questa pantomima.
      Se diciamo che il congresso è finito, dimostriamolo coi fatti.
      E domenica votiamo Felice Casson.”

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